venerdì 13 novembre 2009

BOlo

Bologna è immobile di notte. Camminarci è come navigare in un cimitero, le colonne dei portici sono sepolcri muti, i selciati sembrano liquefarsi in onde di pece gommosa, traslucida. Bologna non ha occhi di notte, eppure ti senti osservato, protagonista della scena ed è come se uno spettro si agitasse dietro di te appena passi. Bologna si adatta al tuo umore, di notte, quando ritorni a casa trascinando la valigia degli eventi.
E' nera con striature dorate quando il peso del bagaglio è grave, le luci dei lampioni si commuovono al tuo passaggio, gettando bagliori di lacrime e una mestizia penosa copre le vie del centro come un lenzuolo funereo.
E' blu come una composizione di Philip Glass quando il bagaglio è leggero, le strade si colorano di un candore soffuso, gli spazi si aprono ed esaltano i rilievi degli archi, delle cornici, dei basamenti.

Bologna è come un giardino di vetro, al mattino, quando il sole non è ancora sorto. I palazzi sembrano coperti da una patina di ghiaccio, eppure il sole che emette austero i primi vagiti scioglierà ben presto l' incantesimo. E' solo un attimo, istante in cui il cielo ancora acerbo è dipinto distrattamente con un pastello. Le strade sono bianche, totalmente bianche, morbide e asciutte. L' aria sonnacchiosa culla i nostri pensieri mentre veleggiamo verso casa, sbandando come papere disorientate.

"Dà lvin bon a vojaltri è com mett na cravatta an porc"

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