venerdì 20 novembre 2009

Fenomenologia della doppia


Dagli 0 ai 4 ai 9 anni ho vissuto in doppia. Con mia sorella.
Dai 9 ai 19, ho vissuto splendidamente 10 anni della mia vita (10 su 24) in singola.
Avevo il mio spazio, la mia intimità. Avevo internet. Era luogo di apprendimento e di relax.

Finito il liceo debbi andare a Bologna. Il fatto di stare in doppia era scontato. Ma in fondo chissenfrega. La città mi offriva una vita totalmente diversa ed entusasmante rispetto al paesino. Che vuoi che sia dormire con un ex compagno di liceo. Avevo altro a cui pensare. E poi quasi tutti stavano in doppia a Bologna, 3 persone su 4, piu o meno. E sapevo che a Roma e Milano la situazione era uguale se non peggiore. Solo durante l'erasmus capì.

La mia doppia era talmente piccola che se il mio compagno di stanza russava, mi bastava allungare il braccio per scuotergli il letto, che lui, ubbidiente, smetteva. Avevamo un finestrone ai nostri piedi con una tenda. Era il fondo del Pozzo Luce, grande creatura della metropoli. Piu che la luce ciarrivavano i mozziconi di sigaretta e le briciole di pane dei vicini. Brutti bastardi.
Pagavamo 300€ piu spese. Era molto, anche per Bologna.
Il terzo anno di università lo passai a Santiago de Compostela, in Galizia, una delle regioni piu povere della Spagna.
Li di euro ne pagavo 89, piu spese ovviamente. Ed ero in singola. Con finestra che dava sui tetti del centro storico, parquette e spazio a volontà. Conoscendo gente di tutta Europa venni a sapere che la doppia esiste solo in Italia. In Svezia la gente è piu che benestante, si sa. Li si sta in singola. A Parigi molti vivono soli. Vabè sono nazioni ricche. Ma che succede in Spagna e Portogallo? Si sta in singola. L'ho verificato.
Ma allora che cazzo ci facciamo noi italiani in doppia?

C'è un forse un ipercartello dei proprietari d'appartamento?
Certo.

Quindi, te takki al cazz:

· ascoltare/annusare peti
· ascoltare il dolce russare/respiro pesante con raffreddore del compagno
· possibilità di tensioni varie col compagno
· impossibilità di startene da solo se ti girano le palle
· malagestione dell'attività sessuale (di coppia e autonoma)
· impossibilità di avere un luogo di studio al 100% tuo

Kamadò!

Du Grappe

2 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  2. Parlando di questo argomento, mi sento preso in causa per due motivi:
    - ho vissuto in doppia per gli ultimi 20 anni della mia vita prima di scoprire i piaceri della singola,
    - sono stato uno dei russatori, petatori e disturbatori delle tue attività sessuali (spero più autonome che di coppia, altrimenti mi sentirei in colpa) per 2 lunghi anni.

    Per prima cosa confermo, a partire dalla mia esperienza all’estero, la mancanza di un così diffuso concetto di doppia negli altri stati europei. Ma secondo me, è meglio non fare delle esagerazioni. Infatti, sò di esperienze in doppia (per quanto molto ridotte) anche qui ad Utrecht.

    Confermo tutti i disagi che tu hai elencato, ma penso, guardando il lato positivo della questione, che i miei lunghi anni in doppia, prima a casa e poi a Bologna (prima con un vecchio compagno del liceo e oltre, e poi con uno improbabile parmigiano) mi hanno fatto veramente apprezzare tutti i vantaggi che il vivere in una singola comporta.

    La ragione di questo fenomeno mi è per lo più oscura, posso solo ipotizzare, come motivo di tutto ciò, una carenza di posti letto in mete super optate come Bologna, Roma e Milano.
    Per fare un esempio, si dice che Bologna è così piena di portici perché in tempi remoti, i propietari degli appartamenti hanno allargato i piani superiori della casa per dare ospitalità agli studenti, creando così i portici.
    Mi rendo conto che è una cazzata, ma mi piace l’idea…

    Tornando alla realtà, non so… forse hai ragione tu. Forse c’è davvero un qualche tipo di cartello ancestrale che ha costretto negli anni e continua a costringere gli studenti italiani a vivere in doppia.

    Datt n'arcutinata

    RispondiElimina