lunedì 7 dicembre 2009

District 9


Ciao. Ho visto da poco District 9. Dire che mi ha colpito è poco. Secondo me questo film cambierà la storia del cinema.
Sarò esagerato forse. Ma più ci penso e più elementi di innovazione tiro fuori da questo filmetto "low budget". Si perchè Peter Jackson, abituato a produzioni abnormi non ha speso molto per produrre questo film (30 milioni di dollari). E la sensazione che lascia il film è quella di aver visto un film amatoriale. Un film amatoriale super spettacolare, profondissimo e concreto.
Neill Blomkamp, creatore e regista del film è un giovane guru degli effetti speciali (è quello che ha fatto ballare una Citroen come un Transformer tanto per intenderci). Il film oltre ad essere un manuale di effettistica di personaggi 3D inseriti dentro riprese reali, rivoluziona il concetto di effetto speciale nel senso hollywodiano del termine. Come ho letto giustamente in una recensione, non è il film ad essere in funzione dell'effetto speciale, ma l'effetto speciale ad essere in funzione del film. Si usa solo quando serve e cerca si simulare la realtà (in questo caso gli alieni) e non di spettacolarizzarla.
Discorso effetti speciali a parte. Blomkamp spacca il culo anche nel resto:
Il simbolismo dell'aparthaid sudafricano è l'asse centrale del film (il film è girato a Johannesburg).
La sceneggiatura è fresca e ben articolata. Colpisce molto come viene rappresentato l'alieno, inserito dall'inizio nella storia come un elemento scontato. Non più abile nemico arduo da battere, ma sfruttato e umiliato.
La regia è un mix fra handycam, telecamere a circuito chiuso, riprese documentaristiche, Von Trier, interviste del telegiornale e videogiochi sparatutto.
L'attore protagonista, completamente sconosciuto, domina la scena durante tutti i suoi cambi di personalità.
Il montaggio della prima parte è un capolavoro. Un ritmo viscerale che lascia senza fiato.
District 9, di produzione neozelandese e regia sudafricana, è il film di fantascienza che più si allontana da Hollywood, unico punto di riferimento del genere fino ad ora. Dona un nuovo tipo di anima al genere e getta le basi per una nuovo tipo di cinema.
Un cinema meno aristocratico e meno patinato. Un cinema meno "cinema", stuprato da Youtube e dalla rivoluzione dell'immagine dei nuovi anni '10.
Buona visione!

Du Grappe

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