martedì 20 luglio 2010

Il grido preventivo come forma di sopravvivenza

"È ormai un contrasto culturale, il papa incarna verità morali che non sono accettate e così le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa. Dietro gli ingiusti attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo."

Uno stralcio delle dichiarazioni fornite dal cardinal Sodano in data 06/04/10, riguardo allo scandalo pedofilia, è lo spunto per comprendere qual'è stata l'involuzione delle ideologie e di chi le incarna, la mediocrità delle argomentazioni e lo svilimento del dibattito, di qualunque tipo, tematica e contesto, nel XXI secolo.

La chiesa del XXI secolo è una realtà completamente frammentaria, profondamente divisa e relativistica. Lo scandalo pedofilia ha solamente acuìto alcuni elementi di contrasto interni, la santa sede non è più in grado di controllare l'impero mondiale costruito negli anni, è diventato solamente uno dei tanti centri dislocati e vi sono, al di fuori dell'ambito romano, loggie di potere cattolico ben più importanti e influenti, prova ne è il fatto che le accuse dirompenti siano state lanciate in territorio statunitense, laddove il cattolicesimo ha delle metodologie, delle tradizioni e delle visioni completamente diverse dal credo originario. Il paradosso, che lascia spazio anche a qualche sorriso, è nella battaglia furiosa che Benedetto XVI persegue quasi quotidianamente contro il pensiero relativista, chiudendo gli occhi su quello che accade proprio al suo interno. Benedetto XVI sta cercando disperatamente di ritrovare lo scettro del potere, mentre, dietro di sè, cardinali e alti prelati conducono una guerra intestina, tutti contro tutti.
Lo scandalo pedofilia è un peso insostenibile per la chiesa cattolica perché non è mascherabile in nessun modo. Le prove sono inconfutabili, le deposizioni della parte lesa sono raccapriccianti, il sistema di omertà e di copertura troppo vasto e complesso per poter essere accreditato ad una rete ristretta di criminali che agivano senza il consenso delle parti alte. La realtà, aldilà delle parole, delle difese maldestre e dei troppi silenzi, è che la questione "preti pedofili" è un buco nero che sta inghiottendo tutto.
Relativismo e pedofilia sono i due elementi che porteranno ad un ridimensionamento, già avvenuto in parte, almeno del potere temporale della chiesa cattolica. La chiesa del XXI secolo è una nicchia, uno scrigno messo da parte, in attesa che la morte ci porti via. Uno scrigno, che, sempre più spesso, non viene mai aperto: si può credere in Dio, senza passare per l'intermediazione di preti e vescovi. Questo monito, già presentato da Lutero, è oggi giorno più attuale che mai. Chiunque, dotato di normale spirito di critica, è in grado di pensare: "Quale esempio posso ricavare da un papa che, pur di salvaguardare gli schemi e le logiche del suo partito, maschera con il silenzio le malefatte dei suoi colleghi? Io nella mia vita ho vissuto sempre nella più totale umiltà e devozione e sono quindi in grado di trovare la strada della salvezza spirituale senza bisogno di nessun aiuto".

Questo è il contesto in cui si muovono le parole del cardinal Sodano: una chiesa che sta perdendo fedeli e credito tra il popolo, bersagliata a destra e a manca, non più in grado di rispondere alle domande della gente e non più in grado di soddisfare i suoi bisogni nè sociali nè spirituali. Ecco quindi, di conseguenza, che le dichiarazioni di Sodano diventano quelle di un propagandista politico populista, che non vuol far altro che aumentare a suon di proteste, di dissociazioni e di grida di vittimismo, i propri elettori.
Sodano si svincola subito dalle accuse mosse al suo partito, con una semplice e sagace intuizione: non parlarne. Le dichiarazioni del cardinale sono fumo agli occhi, non hanno consistenza, si parla di un "contrasto culturale", anche se non è ben noto tra chi e cosa. L'altra intuizione fondamentale è quella di creare due schieramenti opposti, ben separati, in maniera tale da generare un finto scontro ideologico. Ciò è necessario per unificare il suo partito, per renderlo partecipe che sta iniziando uno scontro e che bisogna fare quadrato in qualunque sorte e qualunque scelta. Non importa chi sta accusando chi, quale sia l'oggetto della diatriba, come è possibile risolverla. E' importante invece creare un forte bipolarismo fondato sul nulla per serrare i ranghi. Si dichiara poi che "le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la chiesa": ecco una sagace e beffarda dialettica che ha lo scopo di convertire i reati conclamati in ingenuità, come se il vero torto fosse quello di chi accusa, non a caso agli avversari vengono affidate delle "armi", strumenti di violenza. Paradossalmente, chi colpisce è il ferito, chi è colpito è l'assassino.

Il grido preventivo che dimora nelle dichiarazioni del XXI secolo è una risposta breve, inutile, pronunciata di traverso. Una risposta che non dà risposte, che anzi pone ancor più interrogativi, tutti persi nel vento di dibattiti e controdibattiti, interviste e polemiche. Una risposta che ribadisce fermamente l'attaccamento alla propria posizione ma senza la minima convinzione e senza prendersi la briga di spiegare a tutti il perché bisognerebbe essere da quella parte: "Io sto con me stesso perché ho ragione a prescindere da qualunque ragionamento e da qualunque fatto dimostrabile".
Il grido preventivo seppellisce una volta per tutte la memoria storica: paradossalmente la possibilità di avere una memoria eterna, totale e insindacabile grazie alla tecnologia ci ha regalato la facoltà di non volerci (attenzione: volerci e NON poterci) avvalere di essa. Non vogliamo essere informati anche se informarsi non è mai stato così semplice grazie al web e alle sue potenzialità inesauribili. Il grido preventivo è l'unica voce che siamo in grado di ascoltare, assopiti come siamo diventati, perché è una voce mediaticamente potente, banale, facilmente comprensibile senza alcuna fatica mentale, diffusa sui canali più commerciali. In italia è la voce di chi "bisogna abbassare le tasse perché sono inique", di chi "l'immigrato è un delinquente che deve rimanere a casa", di chi "noi abbiamo ragione e voi torto sempre e comunque". E' un sussurro all'orecchio che rimane nell'aria il tempo che basta per assorbirlo e per dimenticarselo. I gridi preventivi sono stronzate, dette solamente perché si conta sul fatto che il popolo le mangia e la vomita rapidamente, e poi ne mangia ancora e ne vomita e così via. Sono forme evanescenti dell'anarchia, in cui ognuno dice quello che vuole e tanto meglio se ci si contraddice, se non si rispettano i programmi, se le sparate sono sempre più grandi.
Il grido preventivo è la forma di sopravvivenza di chi non ha capacità di argomentare le proprie tesi con serietà o, ancor peggio, non ha tesi da sostenere ma solo conti in banca o amici fidati da salvaguardare. Un grido gettato per mascherare di scalpore l'inettitudine.

Questo sì è il vero "chiacchericcio", caro Signor Sodano, le sue parole insulse, vuote, inutili non i lamenti commoventi di bambini devastati psicologicamente dalle violenze e dalle ingiurie subite o le proteste di genitori avviliti e inermi. Prima di essere cardinale della sua chiesa, lei è uomo, se lo ricordi.

Nessun commento:

Posta un commento